PUBBLICATO DA NUOVA IPSA EDITORE, PALERMO, OTTOBRE 2018
SULLE TRACCE DELLA DEA: in sintesi
SULLE TRACCE DELLA DEA: in sintesi
Il primo capitolo, “La Dea primeva” immette nell’argomento: vi fu un tempo, precedente l’era del Neolitico, in cui si rendeva culto a una Dea. La religiosità era d’impronta femminile e la donna possedeva, sia nella gestione della sacralità come nella società, un ruolo di grande importanza. Il testo percorre la ricerca dell’esistenza di una divinità femminile primeva, antecedente le forme di divinità maschili, riconoscendone le tracce attraverso i racconti del mito, per mezzo dei reperti archeologici e avvalendosi degli studi svolti attorno ai connotati archetipici del Femminile; motiva la perdita progressiva del potere femminile religioso e la degradazione del genere femminile nelle successive società patriarcali.
Nel secondo capitolo si fa riferimento al concetto di ‘Antica Europa’, storicamente delineato da Marija Gimbutas, in senso geografico e temporale e allo sviluppo di una antica religione fondata sulla concezione ciclica dell’esistenza, riferita a una Dea generatrice della vita, rispecchiante una società matrilineare. Il ritrovamento di migliaia di reperti raffiguranti la dea e le sue caratteristiche spirituali supportano la ricerca e permettono di decifrare il significato di molti segni. Si ipotizza l’esistenza di una vera e propria “scrittura della Dea”.
Nel terzo capitolo si affrontano i motivi della disgregazione di questo stato di cose operata dai nuovi popoli che avanzarono verso occidente e della conseguente svolta androcratica della civiltà. I primi documenti storici chiariscono la volontà di repressione del mondo femminile e nuovi miti si sostituiscono a quelli precedenti, proponendo una visione del mondo androcratica,
Nel quarto capitolo si disegnano i caratteri dell’antica Dea e le relazioni che l’antica Dea, in grado di dare la vita, la morte e la rigenerazione, ebbe con gli elementi. Si indagano alcuni significati archetipici legati agli elementi e alla triplicità delle funzioni della Dea. Ci si sofferma sui rapporti con l’acqua e l’aria.
Nel quinto capitolo è la dea della terra a essere indagata e si esaminano i rapporti fra terra e femminile, fra terra e cielo e le caratteristiche “oscure” della Dea, delle figure mitologiche e delle successive dee “terribili”.
Nel sesto capitolo si osserva il rapporto fra la Dea antica e gli animali, proponendo i significati archetipici e riferendo i segni presenti sui ritrovamenti.
Nel settimo capitolo si analizzano le divinità femminili delle civiltà ormai divenute storiche, a partire dalla dea sumera Inanna, tramandateci dalle diverse mitologie, passando attraverso quelle egizie e le diverse mitologie elleniche, omeriche e olimpiche.
Nell’ottavo capitolo l’attenzione è rivolta alle divinità greche, da una parte eredi di alcune caratteristiche della più antica divinità, dall’altra piegate alle esigenze organizzative e gerarchiche di un pantheon pienamente maschile.
Nel nono capitolo si guarda agli “eroi” nemici della Dea.
Nel decimo capitolo si analizzano le facce della Dea nel Cristianesimo e nelle eredità pagane delle Donne Nere.
Nell’undicesimo capitolo si ricercano le tracce dell’antica divinità nelle pietre megalitiche e nella terra. Molta considerazione va ai siti archeologici della Sardegna, considerati i più importanti del nostro paese per ritrovare i passi della presenza della Dea.
Il dodicesimo capitolo è dedicato alle conclusioni.