Miradòlo, il Castello all’imbocco della Val Chisone

La Corte internaVeduta panoramica

A S. Secondo di Pinerolo si erge il Castello di Miradòlo, in parte restaurato e i cui spazi complessivi sono in via di recupero. L’importante programma di restauro è entrato in attuazione nel 2008, dopo secoli di abbandono delle strutture dell’edificio e del parco Situato all’imbocco della Valle Chisone, è costituito da una parte nobiliare e da un rustico, su una base d’impianto che risale ad un periodo fra il XVII e il XVIII secolo, successivamente ridisegnata nell’Ottocento.
Apparteneva alla famiglia Massel, in origine Macello (poi il nome fu oggetto di restyling), proprietari di buona parte dei territori della zona, che acquisirono in seguito il Marchesato di Caresana. Quando nel 1866 la Marchesa Teresa Massel sposò il Conte Luigi dei Conti Cacherano di Bricherasio, portò in dote il Castello di Miradòlo: l’edificio, a quel tempo più simile ad una “cassina” di campagna, fu allora trasformato in una residenza di gusto neo-gotico.
Dei due figli dei Conti proprietari dell’edificio l’erede Emanuele fu più attratto dalle nuove tecnologie automobilistiche, che lo portarono ad essere fra i fondatori della FIAT, tuttavia morì prematuramente; la Contessa Sofia invece assunse su di sé la cura del Castello, lo rese un cenacolo culturale, frequentato tra l’altro assiduamente dal pittore Lorenzo Delleani, che fu suo maestro, ma anche dal capitano di Cavalleria Federico Caprilli, all’epoca figura piemontese di rilievo, e da Leonardo Bistolfi, scultore e politico Alla sua morte, nel 1950, Sofia lasciò la casa in eredità alla congregazione religiosa di San Marzano di Don Orione: divenne casa di esercizi spirituali. Passò in mano di privati nel 2007.
Ora si prende cura dell’edificio la Fondazione Cosso, desiderosa sia di rianimare la vita culturale all’interno dell’edificio, sia di assumere l’impegno delle cure architettoniche e strutturali di edifici e parco.
Dopo la rimozione dei risultati invasivi imposti all’edificio da precedenti interventi, dopo le opere indispensabili su fondamenta e tetti, sui parametri murari, si recuperano oggi le volumetrie originarie, si opera una ricerca attenta, vòlta al recupero degli intonaci antichi, delle decorazioni in cotto, degli affreschi delle sale storiche, fino a raggiungere con il lavoro di restauro, locali di servizio e grandi soffitte.
Spettacolare pertinenza, la Serra, che si estende lungo la facciata sud-ovest del Castello, sta riacquistando l’antico splendore dello spazio neo-gotico: è divenuta la sede ideale per concerti, convegni, performances.
Anche il Parco circostante sta riassumendo nuova vita, e nel rispetto del progetto ottocentesco, che lo voleva strutturato all’inglese, privo degli eccessivi irrigidimenti del giardino all’italiana, si è ulteriormente arricchito di macchie irregolari di varia vegetazione, attorno ad una vasta area di prato che si poneva, e si pone tuttora, al centro di un ovale ideale. Come vuole la tradizione del parco all’inglese l’accostamento dei diversi elementi e delle specie boschive e arboree fluisce, senza eccessivi schematismi, lasciando spazio ad una espressione apparentemente spontanea della natura, in cui vegetali, corsi d’acqua, laghetti o stagni si alternano armoniosamente, permettendo tra l’altro alle specie arboree e agli alberi di porsi in naturale evidenza.
Con i suoi sei ettari di estensione il Parco acquista una certo valore botanico, presentandosi con ben 1740 alberi, di varia dimensione e pregio, appartenenti a settanta specie diverse.
La Fondazione Cosso, costituita nel 2008 per volere di Maria Luisa Cosso e della figlia Paola Eynard, lavora per rendere il Castello il centro ideale di un polo culturale, sulla scorta della tradizione che lo vide cenacolo culturale al tempo di Sofia di Bricherasio. Fiori all’occhiello sono le importanti mostre d’arte che organizza. Dal 2009 vi si realizza il progetto musicale Avant-dernière Pensée di stagioni concertistiche di musica classica, accompagnate da scenografie, video, e giochi di luce.
La Fondazione attua iniziative per i giovanissimi, lavora per realizzare momenti di aggregazione per famiglie, attraverso laboratori fruibili da bambini e genitori insieme. Altre attività vengono svolte in collaborazione con scuole o associazioni: si tratta di iniziative legate ad occasioni di esposizioni, dove si propongono approfondimenti e attività di gioco-lavoro per bambini. Anche l’interesse per la direzione della tematica naturalistica, dell’osservazione della vita del parco e dei fenomeni naturali che vi si svolgono spingono ad attività artistiche o scientifiche.

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