Fandonie di Letizia Gariglio, articolo tratto dal mensile in rete “Parole in rete”
Sebbene si tratti di frottole, talvolta dalle dimensioni colossali di vere e proprie panzane, non gli riserveremo la pedissequa attenzione veicolata dal globish, pseudo lingua franca che si configura come pessimo inglese. O dobbiamo per forza parlare di fake-news? Comunque sempre si tratta di racconti incredibili che poi vengono creduti benissimo, di voci infondate (o malamente fondate), frottole congegnate per ingannare. Non sempre di fanfaluche si tratta, leggere come bolle di sapone, ma talvolta di sassi appositamente lanciati per ferire e danneggiare. Nel migliore dei casi sono espedienti per salvare la pelle, o almeno la faccia. Ci sono fandonie recenti, quelle storiche, alcune divenute famose, altre rimaste depositate nella zone ombrosa delle piccole bugie. Oggi viene esercitata una vera e propria disinformazione, congegnata ad hoc, che si rafforza e si potenzia esponenzialmente attraverso la rete: la questione è spinosa perché sempre più difficilmente controllabile. Non occorre urlare al complottismo se si afferma che le informazioni false sono pensate, impacchettate, promosse per arrecare danno ad altri o profitto a sé. Qui ci divertiremo con qualche bufala di tipo storico, rimasta nella memoria, e magari prossima alla dimenticanza.
(settembre 2018)