Bufale e bisonti sulla Luna di Letizia Gariglio, articolo tratto dal mensile in rete “Parole in rete”
La mandrie di possenti bisonti selvaggi, che noi abbiamo conosciuto grazie a molti film western, sono comparse sulle pellicole in epoca successiva. Così le grandi foreste nordamericane di abeti secolari, così i grandi fiumi dalle acque gelide e turbolente, dalla forza ora distruttiva ora dolcemente scorrevole in pianura; così le grandi montagne dalle rocce tanto irte da sembrare impossibili: paesaggi veramente lunari. Le abbiamo conosciute nel cinema, per mezzo dei film e dei documentari, nel Novecento.
Eppure qualcuno le aveva letterariamente immaginate e descritte molto prima.
Per la verità al quadro descrittivo era stata aggiunta anche la compagnia di unicorni azzurri, di uccelli dalle proprietà acquatiche, di piramidi di quarzo color violetto, insieme anche a umani bipedi, dotati di alcune caratteristiche dei castori, di uomini pipistrello… e così via.
Tutti questi avvistamenti non erano avvenuti sulla Terra, bensì sulla Luna. E non con i potenti telescopi odierni, ma con telescopi un po’ più modesti, nel 1835, in un giorno d’estate, il 25 agosto, in pieno periodo di calura estiva e per molti cittadini newyorkesi di vacanze, che hanno in comune in tutto l’Occidente la proprietà di far diminuire i numeri di lettori e, ahimè, le vendite dei giornali.
Ecco perché qualcuno aveva pensato di inventarsi una deliziosa bufala!
A dare la notizia di queste scoperte meravigliose e sconcertanti fu il New York Sun con il primo di una serie di sei articoli firmati dall’assistente dell’illustre astronomo John Herschel, il Dott. Andrew Grant. Si apprese così che il conosciuto e qualificato astronomo aveva montato al Capo di Buona Speranza un telescopio così potente da permettere di osservare alcune scene di vita sulla Luna, fino all’evidenziazione di gustosissimi dettagli.
John Herschel esisteva davvero, ed era per davvero un astronomo inglese famoso (7 marzo 1792 – 11 maggio 1871), tra l’altro era a sua volta figlio di un altro grande astronomo di origine tedesca, lo scopritore William Herschel (15 novembre 1738 – 25 agosto 1822), che per primo aveva avvistato e scoperto Urano Però il pover’uomo non solo non aveva mai dato simili notizie ad alcun rappresentante della stampa, ma da quel momento si trovò nella posizione di doversi difendere da accuse, minacce, insulti, dimostrazioni di disprezzo, e quant’altro. Da quella data memorabile passò il resto della vita a cercare di discolparsi e di chiarire l’equivoco, negando la paternità della falsa informazione. Intanto, però, la fandonia aveva fatto il giro del mondo. La flora e la fauna lunari avevano fatto innamorare i lettori, i quali continuavano a richiedere notizie ed aggiornamenti. Andrew Grant, tuttavia, aveva scarse opportunità per accontentare i lettori e anche per continuare la propria carriera giornalistica, semplicemente perché non esisteva
Così «The Great Moon Hoax», la «Grande Bufala della Luna» si dovette accontentare della risonanza che aveva creato attorno a se stessa; il più soddisfatto fu il proprietario (Frank Munsey) del New York Sun, edito da Benjamin Day, che aveva esponenzialmente aumentato il numero di copie vendute.
Il quotidiano newyorkese era nato nel 1833 e fu il primo giornale a essere venduto a un penny: primo esempio di penny press; continuò a essere pubblicato fino al 1950.
Per sintetizzare lo spirito del giornale, riportiamo una massima, attribuita a John Borgart, un suo capo redattore, che dice: «Quando un cane morde un uomo non fa notizia; ma quando un uomo morde un cane, quella è una notizia!
(novembre 2018)