Forum, talk-show, fiaccolate, dichiarazioni politiche, conversazioni salottiere, lettere, annunci propagandistici, post, al fine di trasformare un singolo evento, violento in massima misura, ma pur sempre un singolo evento, in un evento-simbolo, in grado di far esecrare e condannare l’intero genere umano maschile.
L’operazione mediatica è partita con immediatezza, quasi fosse già stata preparata, è stata condotta in modo efficientissimo, coinvolgendo ogni mainstream, il cui scopo di esistenza è per l’appunto quello di seguire pedissequamente le indicazioni padronali del pensiero unico, non ha mollato la presa per giorni e giorni a cominciare dal primo annuncio fornito dai media dell’allontanamento dei due ragazzi veneti dalle loro case. L’operazione mediatica si è gettata a capofitto sulla golosa occasione, rappresentata dal delitto morboso (su cui peraltro oggi si addensano molti dubbi, vista la dichiarazione della Polizia tedesca circa la mancanza totale di macchie di sangue sull’auto), e ha immerso tutti noi, volenti o nolenti, in un clima carico di delittuosità, assassinio, spargimento copioso di sangue, botte, ferite, accoltellate impietose, dove a predominare è solo il male assoluto. Momentaneamente in esaurimento la carica di paura indotta con le pandemie, con le guerre, e in Europa e in Medio Oriente, dove comunque abbondano le visioni di innocenti massacrati, era tempo di fornirci nuovo materiale in grado di far ammalare le nostre anime; assassinii efferati possono agevolmente distrarre dalle importanti e preoccupanti notizie economiche.
Certo, lo sappiamo noi e anche loro che non si può tirare troppo la corda e dopo un certo numero di giorni è necessario che i media tornino a una qualche normalità, perché l’interesse del pubblico comincia comunque a scemare, ma intanto si è creata una base di azione negativa sull’inconscio collettivo, sul quale la cattiveria, il dolore, la sofferenza, il puro male si sono situati con la forza di un virus, e il risultato negli animi umani è la paura per l’incertezza e la pericolosità del futuro, la perdita di fiducia nell’avvenire e più in generale nel genere umano, la perdita di quel sentimento che anima le azioni dell’uomo e lo spinge a evolversi: la speranza.
Questa volta i sentimenti preoccupanti si sono volutamente addensati attorno al mondo maschile, e le azioni di attacco dei media e dei loro lacchè hanno infierito sul genere maschie, ma io preferire dire sull’archetipo del maschile.
Non nasce dal nulla, ma si fonda su una lunga crisi che ha investito la mascolinità, cui da tempo è stata strappata l’importanza del ruolo paterno, pensato all’interno di un sistema armonico di relazione fra i sessi.
Ho scritto sessi? Eh, già, parola desueta, ma io appartengo a un mondo antico, un mondo perduto. Oggi il concetto di sessualità, e maschile e femminile, è roba dell’altro mondo, soppiantata, con successo, dal concetto di genere, anzi di generi plurali, che come sappiamo ormai felicemente pullulano.
Sì, ho scritto sessi. Per la precisione due, complementari fra loro, dove non necessariamente il maschile rappresenti il fondamento di un ordine, e dove non si guardi solo al femminile come fondamento della dimensione privata e emotiva. Due sessi per capire le basi della psiche umana. Due sessi fra i quali uno, quello maschile, possa rappresentare virilità, potere, sicurezza, senza sopraffazione dell’altro.
È noto che la mascolinità sia in crisi, a causa del cedimento dell’autorità in seno alla famiglia e alla società, alla perdita di stabilità della vita e della sicurezza familiare e sociale che ha colpito sia uomini sia donne, ma in particolare ha minato i soggetti maschili, resi più vulnerabili a causa della crisi di ruolo che stanno vivendo nella società.
Oggi interessa soprattutto diffondere stereotipi, e fornire un’immagine del maschile come pura sopraffazione, violenza, disprezzo del femminile, abuso. Dopo secoli i cui le donne sono state trasformate in demoni, in streghe, adesso è tempo di creazione di mostri, di dilaganti figure maschili vissute come assassini e stupratori; si vuole ostinatamente offrire un’immagine del maschile malato.
Credo che finalità sia, in finale, fratturare gravemente il sacro incontro archetipale tra Maschile e Femminile, che si riflette dalla dimensione umana a quella cosmica, e viceversa. L’Universo è governato da polarità opposte: la natura polare dell’esistenza è indagata in tutte le filosofie: Yin e Yang interagiscono nel Taoismo. Yang è razionale, verbale, attivo. Yin è compositivo, ricettivo, immaginativo. Mi pare che un insegnamento fondamentale della dottrina cabalistica sia quello dell’integrazione fra Maschile e Femminile. Nella mitologia induista l’Universo è creato dall’incontro fra maschile e femminile: Shiva e Shakti. Shakti è pura coscienza manifesta, è “colei che dà la vita”, è la Madre dell’Universo. L’incontro di Shiva e Shakti rappresenta nel genere umano il risveglio dell’anima.
Gli emblemi del Maschile e del Femminile si completano l’un l’altro, le energie contrapposte si integrano, poiché il dualismo è insito in ogni cosa.
Che cosa accade quando un principio o l’altro viene negato?